La Lega propone divieti e sanzioni per chi indossa il burqa e il niqab a Venezia, ma la mozione trova resistenze e polemiche politiche.
A Venezia, un’idea che sta suscitando un acceso dibattito politico: il gruppo della Lega ha depositato una mozione per vietare l’utilizzo di burqa e niqab in città, proponendo anche sanzioni e daspo urbano per chi indossa questi indumenti. La proposta, che ha diviso il Consiglio comunale, prevede di estendere le restrizioni anche agli uomini che obblighino le donne a coprirsi il volto e ai genitori che permettano a minori di farlo. Una mozione che ha scatenato polemiche sia tra le forze di maggioranza che tra l’opposizione, e ha messo in evidenza un tema sensibile in ambito politico e sociale.
La proposta della Lega: divieti e sanzioni a Venezia
Il gruppo della Lega, primo firmatario Alex Bazzaro, ha lanciato una proposta che potrebbe segnare un cambiamento significativo nella gestione dei simboli culturali e religiosi in città. Secondo la mozione, chiunque indossi il burqa o il niqab a Venezia dovrebbe essere soggetto a sanzioni e al daspo urbano, una misura solitamente riservata a chi compie atti violenti o disturbatori.
Non solo le donne che decidono di indossare questi capi, ma anche gli uomini che le costringano a farlo o i genitori che lo permettano ai minori, rischiano multe o altre penalità. La Lega ha giustificato questa proposta come una difesa dei diritti delle donne, ritenendo che il niqab rappresenti una violazione della loro libertà, e ha invitato il sindaco a prendere una posizione forte su questo tema.
Le reazioni politiche e le divisioni nel Consiglio comunale
La mozione non ha mancato di suscitare resistenze politiche. L’assessore di Forza Italia, Michele Zuin, ha definito la proposta della Lega troppo restrittiva, affermando che ogni caso dovrebbe essere valutato singolarmente. In particolare, Zuin ha espresso il suo disaccordo con l’idea del daspo, sostenendo che il tema dovrebbe essere affrontato a livello nazionale piuttosto che locale.
L’opposizione, rappresentata da esponenti come Gianfranco Bettin dei Verdi, ha criticato aspramente la mozione, accusando la Lega di voler trasformare un tema complesso in una battaglia ideologica. La Lista Brugnaro, invece, si è mostrata favorevole alla proposta, sottolineando l’importanza di considerare la sicurezza pubblica e la necessità di un dibattito giuridico più approfondito, estendendo il discorso oltre i confini locali. Un tema che, dunque, continua a dividere e che solleva interrogativi importanti sulla gestione delle differenze culturali nelle città italiane.