Draghi ammonisce l’Unione Europea: è necessario agire rapidamente

Draghi ammonisce l’Unione Europea proponendo nuove strade, è necessario cambiare rotta per il bene dell’economia.

Mario Draghi, ex governatore della Banca Centrale Europea, ha espresso preoccupazione per l’impatto che i dazi imposti dagli Stati Uniti potrebbero avere sulle imprese europee, complicando ulteriormente la competitività dell’Unione Europea. La sfida geopolitica si arricchisce anche di nuove difficoltà legate all’energia e alla politica industriale.

Durante una conferenza al Parlamento Europeo, Draghi, ha sottolineato che le misure proposte nel Rapporto sulla Competitività UE, presentato lo scorso settembre, sono ancora lontane dall’essere attuate. A complicare la situazione, si aggiungono i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense, che potrebbero ostacolare l’accesso dell’Europa al mercato più grande di esportazione. La sfida geopolitica si è dunque evoluta, mettendo in difficoltà le imprese europee che già affrontano problemi interni, come i costi elevati dell’energia e la necessità di una politica industriale più efficiente.

Il cambio di scenario geopolitico

Nel Rapporto sulla Competitività UE, Mario Draghi ha evidenziato come la sfida geopolitica per l’Europa sia diventata più complessa, poiché l’ascesa della Cina non è più l’unico tema da affrontare. La nuova amministrazione statunitense, infatti, ha imposto dazi sulle importazioni da paesi come la Cina, e questo potrebbe ridurre l’accesso dell’Europa al mercato statunitense.

Draghi ha spiegato che i dazi americani potrebbero reindirizzare la sovraccapacità cinese verso l’Europa, penalizzando ulteriormente le imprese del continente. Le grandi aziende europee sono infatti più preoccupate per l’effetto collaterale derivante dalle tariffe statunitensi che non per la perdita diretta dell’accesso al mercato americano.

Unione Europea

Draghi: Le soluzioni proposte per la competitività

L’ex presidente della Banca Centrale Europea ha suggerito diverse misure per migliorare la competitività dell’Europa, come la riforma del mercato energetico, che dovrebbe portare a una maggiore efficienza nella produzione e distribuzione dell’energia. I costi energetici elevati sono infatti un fattore frenante per le imprese europee, essendo più alti rispetto agli Stati Uniti. Draghi ha proposto politiche per migliorare l’approvvigionamento di gas naturale e per velocizzare l’installazione di capacità rinnovabili, oltre a suggerire investimenti in infrastrutture per interconnessioni energetiche.

Inoltre, Draghi ha sottolineato l’importanza di mantenere la produzione di settori strategici come l’acciaio e i prodotti chimici, cruciali per l’economia europea. Ha anche evidenziato la necessità di potenziare l’innovazione, in particolare nei settori tecnologici. L’Europa deve accelerare il suo impegno nell’intelligenza artificiale, un campo in cui la competizione con gli Stati Uniti e la Cina è già molto avanzata. L’ex premier italiano ha anche proposto la creazione di un debito comune europeo. Questo è necessario per finanziare investimenti necessari a rilanciare la crescita economica e affrontare le sfide future, tra cui quelle legate ai cambiamenti climatici.

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