Simone Cristicchi nel mirino della sinistra: “Ho cantato Bella Ciao, ma ora sono diventato scomodo”

Dopo l’accusa di aver strumentalizzato la malattia della madre per vincere Sanremo, ora Simone Cristicchi si trova al centro di un acceso dibattito politico

L’ultima edizione di Sanremo si è appena conclusa, ma le polemiche non sembrano destinate a placarsi. Al centro della bufera c’è ancora una volta Simone Cristicchi, cantautore salito sul palco dell’Ariston con una canzone dedicata alla mamma, ma che ora si ritrova al centro di un acceso dibattito politico. Le sue parole hanno scatenato una nuova ondata di critiche da parte della sinistra, mettendo in discussione il suo passato e la sua libertà artistica. Vediamo di cosa si tratta.

Sanremo si è concluso, ma le polemiche continuano

Il Festival di Sanremo 2025 ha chiuso il sipario, lasciando spazio ai commenti e ai dibattiti che, come da tradizione, infiammano il post-kermesse. Simone Cristicchi, arrivato quinto con la sua canzone “Quando sarai piccola”, un brano dedicato alla mamma e all’Alzheimer, si è ritrovato nel vortice delle polemiche. Se da un lato tanti stanno accusando Cristicchi di aver strumentalizzato la malattia della madre per vincere Sanremo, altri ne stanno criticando l’aspetto politico.

A scatenare la fervente ira della sinistra non è stata la sua musica, ma il suo percorso artistico e le tematiche affrontate nel corso degli anni. Dai canti antifascisti alle foibe, ogni sua scelta sembra aver creato un caso. Ma qual è la vera accusa che gli viene mossa stavolta? Scopriamolo nel prossimo paragrafo.

Festival di Sanremo

Cristicchi: “Da quando ho parlato delle foibe, tutto si è ribaltato”

Ospite della trasmissione Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, Cristicchi ha espresso tutto il suo stupore per l’attenzione politica che da anni lo accompagna. “Anche Maurizio Gasparri ha detto di me che sono un artista libero. Mi pare che oggi si sia completamente dimenticato il mio passato da antifascista, io ho cantato Bella Ciao sul palco del Primo Maggio”, ha dichiarato il cantautore. Ma il punto cruciale arriva subito dopo: “Da quando ho raccontato l’esodo istriano delle foibe, si è tutto ribaltato. Se canto Bella Ciao divento di sinistra, se parlo delle foibe sono di destra. Allora c’è un problema: o sono confuso io, o sono confusi loro”.

La polemica nasce proprio da questa riflessione. Secondo Cristicchi, la sua carriera viene letta con una lente ideologica troppo rigida, che tende a incasellare gli artisti in categorie predefinite. A chi lo ha accusato di aver “cambiato bandiera”, Cristicchi risponde invece con fermezza: “Io ho sempre voluto raccontare l’umanità dentro la storia. Non mi aspettavo che la mia canzone venisse strumentalizzata, sono allibito”. Il dibattito resta acceso e aperto e la domanda sorge spontanea: essere un artista significa doversi schierare a tutti i costi? Oppure la musica dovrebbe essere libera da ogni etichetta politica?

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