7 Mostri Marini che Credevamo Leggenda... e Invece Esistono Davvero!
Nelle profondità oceaniche si nascondono creature che per secoli abbiamo confinato al regno del mito e della leggenda. L'affascinante avvistamento di un giovane calamaro colossale nelle remote acque delle Isole Sandwich Australi ha riacceso la curiosità scientifica verso questi giganti marini. Questi esseri straordinari, che sembrano emersi dalle narrazioni di marinai terrorizzati o dalle pagine di H.P. Lovecraft, sono reali abitanti degli abissi. Scopriamo insieme sette incredibili mostri marini che dimostrano come, talvolta, la natura superi in creatività la più fervida immaginazione umana.
Il Kraken Reale: Il Terrificante Calamaro Colossale
"C'è qualcosa laggiù che ci osserva con occhi grandi come piatti da portata" - potrebbe essere l'ultima frase pronunciata da un marinaio norvegese prima di finire tra le braccia tentacolari del leggendario Kraken. E non sarebbe stata una bugia.
Il 17 aprile 2025, gli scienziati dello Schmidt Ocean Institute hanno fatto la storia catturando le prime immagini di un giovane calamaro colossale (Mesonychoteuthis hamiltoni) nel suo habitat naturale. L'esemplare, pur essendo solo un "bambino" di 30 centimetri, appartiene a una specie che da adulta può raggiungere i 7 metri di lunghezza e pesare fino a 500 kg. Numeri che fanno impallidire persino il più temerario dei pescatori.
Il calamaro colossale non è solo grande: è anche terribilmente efficiente come predatore. Dotato di occhi che possono raggiungere i 27 cm di diametro (i più grandi del regno animale), questo gigante può scovare le sue prede nell'oscurità più totale degli abissi antartici. E non finisce qui: i suoi tentacoli sono muniti di uncini rotanti di chitina e ventose dentate, un vero e proprio arsenale da incubo.
Lo sapevi? Gli occhi del calamaro colossale sono grandi quanto un pallone da basket, una caratteristica evolutiva che gli permette di captare anche la più debole fonte luminosa nelle profondità oceaniche, dove la luce solare non arriva mai.
Il Te Papa Tongarewa Museum in Nuova Zelanda ospita diversi esemplari nella sua collezione, inclusa una femmina di 470 kg catturata nel 2007. Prima di allora, questi animali erano noti solo attraverso parti di carcasse e racconti di marinai, contribuendo ad alimentare il mito del Kraken, il mostro tentacolare che secondo le leggende nordiche era in grado di trascinare intere navi negli abissi.
Inganni Marini: Lo Squalo Elefante del Mare di Stronsay
Immaginate di essere sulla spiaggia in una fredda mattina scozzese del 1808, quando d'improvviso vi imbattete in una carcassa lunga 16,76 metri che sembra uscita direttamente dall'Apocalisse. Questo è esattamente ciò che accadde nell'isola di Stronsay, in Scozia, dove una misteriosa creatura si arenò, dando origine a uno dei casi più famosi di "mostro marino".
Gli abitanti locali giurarono di aver trovato un autentico serpente marino, con una chioma simile a una criniera e un corpo serpentiforme. La creatura fu misurata, disegnata e persino studiata dalla Wernerian Natural History Society che la classificò come una nuova specie: Halsydrus pontoppidani (il "serpente d'acqua di Pontoppidan").
Ma cosa era veramente? Studi successivi di Sir Everard Home e John Goodsir hanno rivelato che si trattava della carcassa decomposta di uno squalo elefante (Cetorhinus maximus). Quello che sembrava un lungo collo era in realtà la colonna vertebrale esposta, e la presunta "criniera" era costituita da fibre muscolari decomposte.
Lo sapevi? Lo squalo elefante è il secondo pesce più grande degli oceani (dopo lo squalo balena), può raggiungere i 12 metri di lunghezza ed è completamente innocuo, nutrendosi solo di plancton. Nonostante le dimensioni eccezionali della carcassa (superiori agli squali elefante moderni), analisi comparative hanno dimostrato che la decomposizione può aumentare artificialmente la lunghezza apparente delle vertebre fino al 40%.
Vampiri delle Profondità: Il Cefalopode Infernale
Con un nome che significa letteralmente "calamaro vampiro infernale", questa creatura sembra uscita dalla penna di Bram Stoker in versione subacquea. Scoperto nel 1903 dal ricercatore tedesco Carl Chun, il Vampyroteuthis infernalis è un fossile vivente che abita le zone oceaniche a basso contenuto di ossigeno, tra i 600 e i 900 metri di profondità.
Nonostante il nome terrificante e l'aspetto sinistro, questo cefalopode è relativamente piccolo (raggiunge appena i 30 centimetri) ed è completamente innocuo per l'uomo. Il suo soprannome "vampiro" deriva dalle membrane che collegano i suoi tentacoli, simili al mantello di Dracula, e dal suo colore nero-bluastro.
La caratteristica più sorprendente di questa creatura sono i suoi occhi: di un blu intenso, proporzionalmente enormi rispetto al corpo, possono passare dalla trasparenza totale al rosso intenso in pochi secondi. Ma non è tutto: il vampiro degli abissi è dotato di fotofori, organi che producono luce, permettendogli di brillare nel buio come una creatura soprannaturale.
Secondo i ricercatori del Monterey Bay Aquarium Research Institute, che hanno studiato a lungo questa specie, il calamaro vampiro è un sopravvissuto eccezionale che ha sviluppato strategie uniche per vivere in ambienti estremi. A differenza di altri cefalopodi, può vivere con pochissimo ossigeno e si nutre principalmente di detriti organici che cattura con filamenti specializzati.
Lo sapevi? Il Vampyroteuthis non produce muco bioluminescente come affermato in alcune fonti, ma genera luce tramite fotofori situati sulla punta dei tentacoli, utilizzati per confondere i predatori quando si sente minacciato.
Divoratori di Ossa: I Vermi Necrofagi degli Abissi
Nel 2002, i ricercatori del Monterey Bay Aquarium Research Institution fecero una scoperta agghiacciante: strani vermi rosati che divoravano lo scheletro di una balena morta sul fondo dell'oceano Pacifico. Questi organismi, successivamente chiamati Osedax (che in latino significa "mangiatore di ossa"), rappresentano uno dei più bizzarri esempi di necrofagi marini.
Gli Osedax non hanno né bocca né stomaco. Invece, affondano delle radici simili a quelle delle piante nelle ossa dei cadaveri marini e utilizzano batteri simbionti per digerire i composti delle ossa e estrarre nutrienti. È come avere un piccolo esercito di assistenti digestivi che fanno il lavoro sporco per te!
La loro riproduzione è altrettanto bizzarra: le femmine possono crescere fino a 7 centimetri, mentre i maschi non superano il millimetro e vivono come "nani parassiti" all'interno del corpo delle femmine, dedicandosi esclusivamente alla riproduzione. Un harem sottomarino degno di una storia dell'orrore.
Come dimostrato da Higgs et al. nel 2014 su uno studio pubblicato nel Journal of the Marine Biological Association of the United Kingdom, ogni specie di Osedax produce gallerie ossee distinte, permettendo agli scienziati di identificare specie estinte attraverso reperti fossili.
Lo sapevi? Gli Osedax possono colonizzare uno scheletro di balena in pochi mesi e ridurlo completamente in polvere nell'arco di pochi anni, accelerando enormemente il ciclo dei nutrienti nell'ecosistema marino profondo.
Predatori Preistorici: Lo Squalo Serpente dei Fondali
Immaginate un pesce che sembra uscito direttamente dal Giurassico: corpo allungato, mascelle primitive piene di denti aguzzi disposti a tridente, sei fessure branchiali invece delle cinque tipiche degli squali moderni. Questo è lo squalo serpente (Chlamydoselachus anguineus), un vero e proprio fossile vivente che nuota negli oceani da almeno 80 milioni di anni.
Soprannominato "lucertola marina" o "squalo frilled" per le sue caratteristiche branchie increspate, questo predatore di acque profonde raggiunge i 2 metri di lunghezza e abita principalmente tra i 500 e i 1.500 metri sotto la superficie. La sua anatomia è rimasta praticamente invariata per milioni di anni, guadagnandosi il titolo di "fossile vivente".
Secondo uno studio pubblicato nel 2019 sul Journal of Fish Biology, lo squalo serpente ha un metabolismo estremamente lento che gli permette di sopravvivere con pasti molto distanziati nel tempo, una strategia di sopravvivenza perfetta per le profondità oceaniche dove le prede sono rare.
Lo sapevi? La bocca dello squalo serpente è così flessibile che può ingoiare prede intere che sono più grandi della sua testa. Gli scienziati ritengono che questa sia una caratteristica primitiva che gli ha permesso di sopravvivere in habitat dove il cibo è scarso.
La Regina Invisibile: La Medusa Chioma di Leone
Se pensate che i tentacoli del Kraken fossero impressionanti, preparatevi a conoscere la medusa chioma di leone (Cyanea capillata), il cui sistema di cattura può estendersi per ben 36 metri! È come avere una rete invisibile e velenosa grande quanto un campo da tennis che fluttua negli oceani.
Questa spettrale creatura, di colore variabile dal rosso al giallo all'arancione, può raggiungere un diametro dell'ombrella di 2 metri, rendendola una delle più grandi meduse del mondo. Il suo nome deriva dalla somiglianza dei suoi numerosi tentacoli con la criniera di un leone.
Ricerche condotte dall'Università di Gothenburg in Svezia hanno dimostrato che queste meduse creano correnti d'acqua con pulsazioni dell'ombrella, attirando attivamente il plancton verso i loro tentacoli urticanti invece di attendere passivamente che le prede vi si impiglino, come si credeva in passato.
Lo sapevi? La medusa chioma di leone è stata protagonista di un racconto di Sherlock Holmes ("L'avventura della chioma di leone"), in cui il detective investiga la morte misteriosa di un uomo causata dal contatto con questa creatura. Un raro caso in cui Arthur Conan Doyle ha utilizzato un pericolo marino reale come arma del delitto!
Il Titano Tentacolare: Il Leggendario Calamaro Gigante
No, non è un errore: mentre il calamaro colossale (che abbiamo già incontrato) è il cefalopode più pesante, il calamaro gigante (Architeuthis dux) è il più lungo, con esemplari documentati che superano i 13 metri. È la creatura che probabilmente ha ispirato Jules Verne per il famoso attacco al Nautilus in "Ventimila leghe sotto i mari".
Il primo filmato di un calamaro gigante vivo nel suo habitat naturale è stato ottenuto nel 2012 dai ricercatori giapponesi guidati da Tsunemi Kubodera del National Museum of Nature and Science di Tokyo. Utilizzando una speciale esca bioluminescente che imita le meduse, il team riuscì a filmare un esemplare di 3 metri a 900 metri di profondità al largo delle isole Ogasawara.
Secondo uno studio pubblicato nel 2020 su Proceedings of the Royal Society B, il calamaro gigante potrebbe essere una singola specie cosmopolita invece delle molte specie regionali ipotizzate in passato. L'analisi del DNA mitocondriale di 43 esemplari provenienti da tutto il mondo ha rivelato una sorprendente omogeneità genetica.
Lo sapevi? Il sistema nervoso del calamaro gigante è uno dei più complessi tra gli invertebrati, con un cervello principale e centri nervosi distribuiti che controllano ogni tentacolo. Questa organizzazione "decentralizzata" permette al calamaro di processare informazioni in parallelo, simile a un computer multiprocessore.
Gli Abissi Inesplorati: Frontiere della Scoperta Marina
Il recente avvistamento del giovane calamaro colossale non è solo una curiosità scientifica, ma un promemoria di quanto poco conosciamo ancora degli oceani. Si stima che abbiamo esplorato meno del 20% dei nostri mari, e solo una frazione delle specie marine è stata catalogata.
Come ha dichiarato Michelle Taylor, capo scienziata della spedizione dello Schmidt Ocean Institute: "Ogni immersione del ROV SuBastian è come aprire un libro di cui conosciamo solo la copertina. Gli oceani profondi restano l'ultima vera frontiera di esplorazione sulla Terra."
Mentre cerchiamo vita aliena su altri pianeti, creature che sembrano uscite da un altro mondo nuotano proprio qui, nelle profondità terrestri. Con ogni nuova scoperta, i confini tra il mito e la realtà si assottigliano. Cosa si nasconde ancora negli abissi inesplorati? Quali creature considerate oggi leggendarie potrebbero rivelarsi reali domani?
E la prossima volta che sentite storie di mostri marini, ricordate: in un oceano dove esistono calamari con occhi grandi come palloni da basket, vermi zombie che mangiano ossa e meduse con tentacoli lunghi quanto un autobus, la realtà ha già superato di gran lunga qualsiasi leggenda marinara.
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